Il Dr Derrik MacFabe contro l'abuso di antibiotici in gravidanza e nei bambini

Il Dr
Derrick MacFabe, un neurologo inglese dell'Università Western Ontario di Londra, sta conducendo da diversi anni una ricerca sovvenzionata dal Kilee Patchell-Evans Autism Research Group (KPEARG), un organismo privato canadese che gli ha fornito oltre 4 milioni di dollari, giunta ora alla pubblicazione che prova come l'abuso di antibiotici, alterando l'equilibrio dei batteri nell'intestino, possa creare le condizioni dell'autismo in soggetti suscettibili.
Il gruppo canadese KPEARG, costituito con fondi privati di genitori di bambini e ragazzi con autismo, ha scelto di finanziare questo studio perchè è il primo che dà ai genitori speranze reali di una possibile cura e perchè per la prima volta si sono sentiti ascoltati da scienziati e ricercatori. Il team di MacFabe, ha collaborato con ricercatori sull'autismo di diverse specialità in tutto il mondo, da Harvard, all'UCLA, alla Queen's e a varie Università in Svezia ed Arabia Saudita, nel tentativo di utilizzare un approccio multidisciplinare in un campo finora dominato solo e soltanto dalla ricerca genetica.
MacFabe ha così dichiarato:
"Una pietra miliare fondamentale della medicina è la storia familiare, ascoltare la gente, ascoltare le loro storie e poi cercare di capire come si collega tutto alla malattia. Molti dei genitori dei miei pazienti ritenevano di non essere sufficientemente ascoltati dai loro medici e raccontavano di bambini, sempre alla ricerca di carboidrati e dolci, i cui comportamenti cambiavano per un nonnulla, che non riuscivano a dormire bene e sedevano sul water per ore in preda ai dolori".
Durante la sua pratica clinica, il Dr MacFabe ha potuto verificare che un buon 70% di bambini con autismo soffre di gravi problemi gastrointestinali, come gonfiore, dolori addominali, stitichezza e diarrea, rispetto a solo il 28 per cento dei bambini a sviluppo tipico. Proprio perchè molti bambini non riescono a comunicare, sono i genitori a riferire che i disturbi intestinali si sono manifestati contemporaneamente al peggioramento del comportamento. Questi cambiamenti comportamentali potrebbero essere collegati a certi tipi di alimenti, in particolare grano o latticini, per cui molti medici che si occupano oggi di autismo ne prescrivono l'eliminazione ai loro pazienti.
Il Dr MacFabe adottò questo approccio dietetico già dal 2003, per capire presto però che non era un intervento sufficiente in quanto, sebbene la dieta aiutasse molti bambini, per altri non portava benefici. Cercò quindi di capirne il perchè ritenendo, diversamente dalla maggior parte dei ricercatori sull'autismo, in gran parte genetisti, che le persone con autismo che presentano difetti genetici siano un numero molto piccolo rispetto al totale dei soggetti che ne soffrono e che l'approccio debba essere necessariamente multidisciplinare e debba considerare l'interazione con fattori ambientali, in specie quelli che vanno ad influire sull'equilibrio batterico intestinale.
Ci sono prove evidenti infatti che la crescita batterica nel nostro corpo durante i primi 18 mesi di vita gioca un ruolo enorme nella nostra predisposizione a molte malattie, tra cui gravi infezioni, diabete, obesità, malattie autoimmuni, gastrointestinali e cardiovascolari e, in particolare, una serie di studi emergenti ha trovato che l'uso di antibiotici nei primi due anni di vita può alterare l'equilibrio dei batteri intestinali nell'ecosistema digestivo. Il Dr MacFabe lo paragona, efficacemente, ad un “disboscamento"!
Per loro stessa natura, gli antibiotici uccidono i germi che ci fanno male, ma il problema è che abbiamo bisogno di alcuni batteri nel nostro intestino per rimanere in buona salute, e molti antibiotici non discriminano tra i batteri “buoni" e "cattivi". La ricerca ha scoperto che quando le cose vanno fuori equilibrio e il livello normale dei batteri è disturbato, è possibile una crescita eccessiva dei batteri “cattivi”.
Il primo a collegare l'autismo a specifici tipi di batteri intestinali che possono verificarsi con l'abuso di antibiotici è stato il Dr. Sidney Finegold dell'Università UCLA . A questo punto della ricerca, il principale fattore ambientale per il rischio di autismo sono le infezioni pre e post-natali, l'ospedalizzazione e l'uso di antibiotici - in altre parole, antibiotici somministrati alle madri in gravidanza o allattamento, antibiotici somministrati direttamente al bambino per curare l'infezione o ospedalizzazione più o meno lunga.
E' stata proprio questa connessione fatta da Finegold tra l'uso di antibiotici e l'incidenza di autismo, unita alla conoscenza dell'ecosistema fragile dell'intestino e alle storie dei genitori che raccontavano che il comportamento dei loro figli era cambiato positivamente smettendo di mangiare carboidrati e zuccheri, a portare MacFabe a studiare l'argomento e a teorizzare che quando i bambini con autismo mangiano carboidrati e zuccheri, i batteri “cattivi" nel loro intestino producono un acido grasso di scarto chiamato acido propionico. Il problema non sono gli acidi grassi a catena corta stessi, presenti normalmente in tutti gli intestini sani, ma si presenta quando
alcuni soggetti non hanno abbastanza batteri “buoni", o non riescono a scomporre e digerire questi acidi. In questi casi elevati livelli di acido propionico entrano nel flusso sanguigno, raggiungono il cervello e possono contribuire a dare i sintomi autistici.
Per verificare questa ipotesi il team di MacFabe ha eseguito alcuni esperimenti su ratti normali nel cui cervello è stato iniettato acido propionico: i topi sono diventati iperattivi, ignoravano altri ratti, si fissavano con alcuni oggetti, avevano convulsioni intermittenti e comportamenti ripetitivi. Mostravano anche infiammazione cerebrale e cambiamenti biochimici simili a quelli osservati nei pazienti autistici. Quando l'acido propionico veniva eliminato dal normale metabolismo dei grassi, il loro comportamento tornava alla normalità.
Dice il Dr MacFabe:
“Anche se c'è ancora molto lavoro da fare, abbiamo sicuramente dimostrato che questi batteri intestinali producono dei cambiamenti molto particolari, addirittura unici, nel cervello che assomigliano a quello che si trova in molti bambini con autismo e questi cambiamenti possono essere reversibili. Non abbiamo ancora il risultato che volevamo, né possiamo dire che basti semplicemente eliminare gli antibiotici per non avere più casi di autismo, ma abbiamo alcuni bambini che possono migliorare, sorridere invece che mordere, abbracciare invece di scappar via!!"
Qui maggiori informazioni:
http://www.canada.com/health/Research+making+leaps+bounds+understanding+autism+Partners/5389186/story.html#ixzz1Y0stX04E