Imperial College London
3 Giugno 2010:
Secondo una nuova ricerca che sarĂ pubblicata domani sulla rivista scientifica Journal of Proteome Research, i bambini con autismo hanno particolari caratteristiche chimiche nelle urine rispetto ai bambini della stessa etĂ non-autistici
I ricercatori dell’
Imperial College di Londra e della University of South Australia affermano che le loro scoperte porteranno ad individuare se un bambino abbia o meno l’autismo con una semplice analisi delle urine.
Si stima che l’autismo colpisca in Inghilterra un bambino ogni 100. I soggetti con autismo, affermano gli studiosi, hanno una grande varietà di sintomi diversi, ma generalmente hanno problemi nella comunicazione e nelle abilità sociali, con particolari difficoltà nel contatto oculare e nel comprendere le emozioni degli altri. Nello studio si afferma che queste persone
"soffrono anche di disordini gastrointestinali e hanno nei loro intestini batteri diversi rispetto alle persone non-autistiche".
Dicono gli autori che questa ricerca dimostra che è possibile distinguere tra bambini autistici e non autistici semplicemente osservando i sottoprodotti dei batteri intestinali e i processi metabolici nelle loro urine. Diagnosticare l’autismo è sempre stato difficile e spesso il disordine viene diagnosticato troppo tardi perché le cure abbiano il massimo effetto; ora però i ricercatori dell’ Imperial College London hanno finalmente scoperto un potenziale modo per individuarlo sin dal sesto mese di vita. Questo, affermano all'Imperial College London, potrebbe
"consentire di intraprendere gli interventi comportamentali e sociali prima che la malattia causi danni psicologici permanenti".
Il Professor Jeremy Nicholson, l'autore dello studio, ha detto: "
I bambini con autismo hanno microbi intestinali molto insoliti che possono essere individuati con un test prima che esplodano completamente i sintomi della malattia. Se sarà così allora l'autismo diventerà una malattia prevenibile"
Esprimiamo la nostra soddisfazione perchè
finalmente si individua la possibilità di una diagnosi precocissima, in assenza di sintomi comportamentali, attraverso un analisi fisica e perchè uno studio pubblicato riconosce la diversità del profilo biochimico dei nostri bambini, la presenza di una flora batterica patogena e di caratteristici problemi intestinali, come i genitori denunciano, non ascoltati, da anni. Quello che invece ci risulta incomprensibile è il perchè, davanti a queste osservazioni, si parli ancora una volta di cure comportamentali, per aiutare a risolvere una malattia
medica che ha le sue origini nell'intestino, invece di provare a utilizzare la ricerca scientifica e l'esperienza clinica piĂą attuale per individuare trattamenti medici che curino le patologie d'organo e non il comportamento.
Nell'articolo dell' Imperial College London si afferma che l’esatto significato biologico dei disordini gastrointestinali nello sviluppo dell’autismo è sconosciuto, ed è proprio questa la domanda che vorremmo ora tutti si ponessero: che cosa altera i microbi “intestinali” in questi bambini e che cosa possiamo fare per aiutarli?
Ci auguriamo che quanto scoperto in questo studio suggerisca la necessitĂ di una maggiore ricerca sulla connessione autismo-intestino-cervello, nella speranza che al piĂą presto i problemi fisici o medici che i nostri bambini spesso mostrano siano presi in considerazione e ricevano le opportune cure.
Questo il link allo studio:
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/pr901188e?prevSearch=autism&searchHistoryKey