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Nuovo studio dimostra che i vaccini causano i cambiamenti cerebrali trovati nell'autismo

di Dan Olmsted e Mark Blaxill


Una crescita e una funzione  anormale del cervello sono caratteristiche dell’autismo, un sempre più comune disordine dello sviluppo che colpisce oggi 1 bambino americano su 60. Una nuova ricerca dell’Università di Pittsburgh e del Thoughtful House Center for Children di  Austin,  in Texas, ha trovato modifiche cerebrali fortemente simili a quelle viste nell’autismo in cuccioli di scimmia che hanno ricevuto lo stesso programma usato negli Stati Uniti negli anni ’90 con vaccini contenenti il conservante a base di mercurio thimerosal allora comunemente usato.

Le scoperte fatte sono state pubblicate ieri sulla rivista scientifica Acta Neurobiologiae Experimentalis. Sono state usate tecniche di scansione che valutavano nel tempo sia la crescita cerebrale che le funzioni cerebrali negli stessi animali. Il team di ricerca è riuscito a vedere differenze  nel modo in cui si sviluppavano i cervelli di animali vaccinati rispetto a quelli non vaccinati. Le scansioni sono state eseguite prima e dopo la somministrazione delle prime vaccinazioni per MMR  (morbillo – rosolia – parotite) e DTaP/Hib che venivano somministrate nell’uomo a 12 mesi di età.

Per tutto il periodo dello studio, gli animali vaccinati hanno mostrato un aumento del volume totale del cervello – una caratteristica tipica del cervello di molti bambini con autismo – rispetto agli animali non vaccinati.  Una parte specifica del cervello, però, associata con le risposte emozionali che è nota essere importante nell’autismo, l’amigdala, non ha mostrato anomalie fino a dopo la somministrazione dei vaccini eseguiti a 12 mesi. Inoltre, solo dopo i vaccini dei 12 mesi, le scansioni funzionali del cervello  hanno mostrato differenze significative tra I due gruppi. Queste scansioni funzionali erano volte  valutare l’attività di ricettori per composti tipo la morfina  (oppioidi) che hanno un ruolo importante nel cervello dei bambini colpiti dall’autismo. La somministrazione del vaccino è stata associata con un aumento nell’attività di legare gli oppioidi nell’amigdala rispetto ad una diminuzione osservata invece nel gruppo di animali non vaccinati.

I risultati indicano che vaccinazioni multiple durante i primi 3-4 mesi possono avere un impatto decisive sulla crescita del cervello e sul suo sviluppo in modo consistente ai dati pubblicati sull’autismo. Per l’amigdala, le nuove scoperte di crescita e funzionalità anomale sembrano essere collegate alle  vaccinazioni  MMR, DTaP e  Hib eseguite ai 12 mesi.

Nell’editoriale che accompagnava lo studio, il Dr. Kris Turlejski, il capo redattore della rivista, ha descritto le scoperte come “alllarmanti”, “supportanti la possibilità che ci sia un legame tra vaccinazioni precoci e l’eziologia dell’autismo”.

Nello stesso modello di scimmie, il team dei ricercatori ha già identificato un ritardo nell’acquisizione dei riflessi  viali del midollo allungato nei cuccioli esposti il primo giorno di vita (ndt: come i bambini americani!) al vaccino per l’epatite B contenente thimerosal, rispetto agli animali non vaccinati. Si sta attualmente conducendo una seconda fase dello studio più estesa per vedere se queste scoperte possano essere replicate.

Il Dr. Andrew Wakefield, che non è un autore dello studio, ma lo ha supportato in fase di progetto,  ha detto: “Spero che questo studio non solo contribuisca alla comprensione delle origini dell’autismo, ma fornisca anche un indirizzo sul modo di testare in sicurezza possibili nuovi trattamenti  per l’autismo e i vaccini”.

Referenze:
Laura Hewitson, Brian J. Lopresti, Carol Stott, N. Scott Mason, and Jaime Tomko. Influence of pediatric vaccines on amygdala growth and opioid ligand binding in rhesus macaque infants: A pilot study. Acta Neurobiol Exp 2010. 70: 147–164

Kris Turlejski. Focus on Autism Editorial Comment Acta Neurobiol Exp 2010. 70: 117–118



 
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