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Modalità di pensiero: molto più del solo "pensare per immagini", di D. Williams Stampa E-mail

13 Gennaio 2008

 

Temple Grandin, ha molto scritto e molto ha descritto sul “pensare per immaginiâ€, immaginando che, dato che la maggior parte delle persone ad alto funzionamento con Asperger di fatto pensano per immagini (nonostante molti siano pensatori per parole), questo può essere generalizzato come concetto arrivando a dire che tutte le persone con autismo pensano con questa modalità.

 

Su queste basi lei si chiede se anche le persone non autistiche pensino così e addirittura si spinge fino ad assegnare questo tipo di modalità di pensiero anche agli animali.

 

Di fatto, pensare per immagini, è la modalità di pensiero più diffusa tra tutti gli uomini, 60-65% della gente pensa per immagini. E gli altri?

 

 

La seconda modalità di pensiero più diffusa è il pensiero verbale, che Temple Grandin crede non sia una modalità utilizzata dalle persone con autismo, dato che lei non pensa così. Il pensiero verbale è diffuso per circa la metà rispetto al pensare per immagini: è intorno al 20-30%.

 

 

I pensatori “cinestetici†imparano facendo. Sono persone che fanno molta fatica a stare ferme se devono solo guardare o ascoltare, quindi spesso rientrano nelle diagnosi di ADD o ADHD, perché falliscono negli studi o hanno un QI basso se testati con test fatti per persone che pensano per parole o per immagini. Queste persone che imparano facendo spesso sanno cosa stanno pensando solo nel momento in cui iniziano a fare. Sono pesone che imparano scoprendo e imparano attraverso il loro corpo e le mani. In percentuale sono circa il 10-15% della popolazione: io sono una di loro.

 

 

Come pensatrice cinestetica che impara facendo e pensa stando in movimento, ma anche come persona con difficoltà ad imparare e pensare attraverso immagini e parole, ho scritto un articolo: “ non pensando per immagini†per attirare l’attenzione sugli effetti devastanti di questo nuovo altro stereotipo rispetto alle persone che rientrano nello spettro.

 

 

Sono stata lieta di vedere come Temple Grandin abbia corretto certe sue affermazioni nella nuova edizione di “pensare per immaginiâ€, ma dal credere che esistessero solo due tipi di modalità di pensiero (verbale, che secondo lei NON apparteneva alle persone con autismo, e per immagini , che lei attribuiva a tutte le persone nello spettro) è passata a solo tre categorie: la terza comprende chi ha intelligenza matematico-musicale, che è una minoranza, e chi si avvicina di più a coloro che con fatica acquisiscono linguaggio funzionale, è perché appartiene a questa categoria.

 

 

Se solo prendesse in considerazione il mio modo di pensare, che è quello del 10-15% della popolazione, e se facesse un paragone come ha fatto, parlando di chi studia i pensatori per immagini come antropologi su Marte, allora chi studia chi come me è pensatore cinestetico cosa sarebbe: antropologo su Plutone?

 

 

Recentemente parlavo davanti ad un pubblico di circa 200-300 persone di stili di pensiero.

 

I presenti, erano nella maggioranza persone non autistiche.

 

Chiesi di alzare la mano chi tra loro si ritenesse una persona che pensa e impara attraverso le parole: circa il 50% di loro alzò la mano. Poi chiesi chi tra loro si ritenesse una persona che impara e pensa per immagini. Un altro 50% alzò la mano. Chiesi poi chi non si riconoscesse in queste due categorie: alzarono la mano 5 persone.

 

Chiesi poi chi tra i pensatori per immagini erano nello spettro autistico.

 

C’era chi pensava grazie alla musica, umore e pensiero innescati dalla musica e dalle canzoni e che imparava cantando, mettendo il pensiero in musica o cercando di utilizzare il ritmo.

 

C’era chi pensava solamente attraverso sistemi e strutture, solo relazioni senza parole né immagini.

 

C’era chi pensava grazie ad associazioni di colori: umore rosso, giorno verde, persone gialle, momenti di confusione di colori, conversazioni blu….persone che possono stare male o stare bene grazie ad una sorta di linguaggio musicale ma senza musica.

 

E c’era chi pensava se in movimento, sentendo cambiamenti spaziali, per i quali il mondo non esiste finchè il corpo non lo sperimenta e le cose non hanno senso finchè non vengono toccate e maneggiate.

 

 

Pensatori per immagini e pensatori verbali vivono usando la loro testa in una meta-realtà.

 

Queste sono le persone che riescono ad imparare il linguaggio e Temple Grandin stessa dice che a due anni aveva un linguaggio limitatissimo, poco articolato, tentando di dire “palla†e riuscendo solo a dire “baâ€. A tre anni, con l’aiuto della logopedia , riuscì ad impadronirsi delle frasi. In questo senso chi pensa per immagini o con parole è avvantaggiato, perché ai bambini si insegna con immagini e parole.

 

 

Ma come insegnare il linguaggio a chi elabora male immagini e parole, che non è mai stato una persona che impara per immagini o per parole? Quanto può essere utile mostrare delle immagini a chi non riesce a pensare senza connettersi fisicamente, tangibilmente, con tutto ciò che rappresenta il pensiero?

 

O a chi si costruisce uno schema mentale attraverso le emozioni in una dinamica interattiva ?

 

O a chi avete mostrato un immagine ma che non riesce ad afferrare completamente il concetto e si costruisce un mosaico incompleto delle cose nella sua mente?

 

SE PENSIAMO DI VOLER CAPIRE COLORO CHE FATICANO AD ACQUISIRE LINGUAGGIO FUNZIONALE FORSE DOVREMMO INIZIARE A CHIEDERE A CHI NON UTILIZZA GLI STILI DI PENSIERO PIU' COMUNI TRA LE PERSONE.

 

 

La Temple ora tende ad affermare che tutte le persone con autismo pensano attraverso i dettagli, i particolari. Ancora, nonostante molti pensino con questa modalità (associata con l’elaborazione dell’emisfero sinistro del cervello) le persone non-verbali e senza comunicazione scritta attraverso macchina da scrivere che sembrano occuparsi solo dei dettagli NON E' DETTO CHE PENSINO IN QUESTO MODO.

 

CI SONO PERSONE CON AUTISMO CHE FALLISCONO MISERAMENTE NELL’ELABORAZIONE VISIVA E UDITIVA PER LE QUALI , BEN LONTANE DAL PENSARE PER DETTAGLI, UNA MANCIATA DI DETTAGLI RICONOSCIBILI E' TUTTO QUELLO CHE PER LORO HA UN QUALCHE SIGNIFICATO.

 

 

Avendo lavorato con oltre 600 persone nello spettro ho visto molte persone al limite estremo dello spettro che “navigano†nel mondo attraverso qualche dettaglio, in sintonia solo con poche cose, cose che possono essere carine, che hanno un odore che a loro piace, che hanno una consistenza tattile che per loro ha un senso o che nella realtà cinestetica frammentata in cui vivono ha un movimento in sintonia con loro......

 

 

Troppo facile PROIETTARE LA PROPRIA REALTA' SU PERSONE CHE NON SI POSSONO ESPRIMERE: BAMBINI, PERSONE, ANIMALI....E' FOLLE PENSARE CHE QUESTE PERSONE O CHE GLI ANIMALI PENSANO IN UN UNICO MODO.

 

MOLTO MEGLIO APPROCCIARSI A QUESTE PERSONE CON ANIMO APERTO, SENZA PRECONCETTI.

 

 

 

… Donna Williams

 

17 giugno, 2006

 

traduzione di Maria777

 


 
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