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Questa la lettera che il Dr Balzola ha inviato al Ministero della Salute a proposito del tavolo di lavoro istituito sull'autismo e che esprime in pieno tutte le nostre osservazioni e considerazioni precedentemente e in piĂą occasioni avanzate. Riteniamo questo uno dei documenti piĂą importanti e chiarificatori scritto da un medico italiano negli ultimi anni e per questo ne ringraziamo l'autore a nome di tutti i nostri figli.

 

Il dr. Balzola è specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. E’ membro della Società Italiana di Gastroenterologia. E’ attualmente impiegato nell’Unità di Terapia Semi-Intensiva di Gastroenterologia dell'Ospedale Le Molinette di Torino. Ha indirizzato il suo campo di ricerca sugli aspetti gastrointestinali della sindrome autistica. E’ responsabile della conduzione di alcuni progetti di studio sull’identificazione e trattamento dietetico e farmacologico dell’Enterocolite Autistica in Italia, per i quali ha ricevuto fondi di ricerca nazionali ed internazionali. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali ed ha presentato i propri risultati di ricerca in numerosi congressi internazionali.

 

 

 

 

 


S.S.N. REGIONE PIEMONTE
AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI BATTISTA DI TORINO
Dipartimento Medico-Chirurgico delle Malattie dell’Apparato Digerente e della Nutrizione
S.C. GASTRO-EPATOLOGIA D.U. - Direttore: Prof. M. RIZZETTO
AMBULATORIO DI GASTROENTEROLOGIA
Responsabile Dr. M. Astegiano - Via Chiabrera 34, 3° piano – 10126 Torino. Tel: 011 633 6240
LABORATORIO DI FISIOPATOLOGIA EPATICA E DIGESTIVA
Responsabile Prof.ssa A.Smedile - Via Chiabrera 34, 2° piano – 10126 Torino. Tel: 011 633 6217

PATOLOGIE INTESTINALI
ED AUTISMO
Dott. Federico Balzola
Tel: 011 633 6240/011 633 6217
e-mail:intestinoautismo@yahoo.it



Torino, 20 Giugno 2007

Gent.mo dott. Marco D’Alema
Ministero Della Salute
Lungotevere Ripa,1 Roma

e p.c. On. Livia Turco
Ministro Della Salute


In riferimento al primo Tavolo di Lavoro sull’autismo del 12 Giugno scorso non posso che esprimerVi la mia riconoscenza per un’iniziativa così lungimirante che con coraggio si propone di affrontare la vera problematica dell’autismo nella sua molteplicità. Proprio in relazione alle considerazioni emerse volevo comunicarLe alcuni concetti che ho maturato al termine del nostro primo incontro ma che per motivi di tempo e numerosità di interventi non ho potuto esprimerLe. Sono emersi validi ma dissimili atteggiamenti da parte di ciascuna professionalità con proposte troppo legate alla propria cultura lavorativa. Ritengo necessario invece affrontare il problema autismo secondo le indicazioni riportate nella lettera del Ministro e non spendere energie verso la soluzione di carenze di strutture, di organico, di modelli e metodi riabilitativi, di realtà scolastiche o dei servizi sociali, di percorsi diagnostico-gestionali delle diverse realtà regionali, problematiche di rilievo ma non da risolvere in questa sede. Trovo più opportuno limitare il ruolo della commissione ad argomenti medico-scientifici. Esiste infatti una grossa richiesta che viene dal “basso”, dalle famiglie, da chi cioè deve gestire quotidianamente una patologia ancora sconosciuta senza terapie risolutive. I genitori da soli o attraverso le associazioni reclamano risposte da parte del Servizio Sanitario Nazionale sui nuovi modelli terapeutici disponibili ma non riconosciuti tali dai curanti. Vi sono numerose prove scientifiche riguardanti il coinvolgimento extra-cerebrale in questa patologia. Tali evidenze (confermate anche da studi in corso tra la Gastroenterologia del mio ospedale e la Neuropsichiatria Infantile di Torino diretta dal Prof Rigardetto) indicano la coesistenza di un coinvolgimento infiammatorio e immunologico dell’apparato digerente e cerebrale il cui trattamento permette miglioramenti significativi dei sintomi neuropsichiatrici. Non vorrei cioè che si dovessero dimostrare conoscenze già ampiamente consolidate in letteratura. Queste informazioni devono costituire la base di partenza della discussione di lavoro per evitare perdite di tempo lasciandoci sfuggire la grande occasione di una ricerca unica ed innovativa in comune. Bisogna affrontare in modo prioritario alcune problematiche terapeutiche estremamente diffuse come l’impiego di farmaci non convenzionali o l’utilizzo della dieta senza glutine e caseina: cure già in uso tra i pazienti che trovo inutile non rilevare o far finta di non esserne a conoscenza. Sono comunque terapie indirizzate all’asse gastrointestinale e cerebrale la cui integrità deve essere prima e comunque accertata per evitare un loro impiego in un quadro di normale permeabilità intestinale. Per questo la presenza di una patologia gastrointestinale sottostante dovrebbe sempre essere esclusa sia con lo screening eziologico standard già alla diagnosi o successivamente se in presenza di sintomi gastrointestinali misconosciuti. Il problema più sentito dai genitori è la reale necessità della dieta senza glutine e caseina o della somministrazione di integratori alimentari. Questioni che li coinvolgono non solo da un punto di vista economico ed organizzativo ma li costringono alla fin fine ad assumersi responsabilità decisionali ed assistenziali che non competono loro anche se in presenza di risultati positivi ma non oggettivabili scientificamente. Ciò conseguentemente legittima manifestazioni conflittuali e di sfiducia verso la classe medica con ricadute dannose per la salute del paziente. Vi è infatti una realtà sanitaria che spesso sfugge al neuropsichiatra o al pediatra ma che ho potuto constatare di persona in questi anni e che deve essere affrontata con onestà intellettuale. L’informazione circa l’efficacia di cure innovative intraprese in altri paesi viene rapidamente acquisita attraverso i sistemi di comunicazione ora disponibili e solo in parte filtrata dalle associazioni. Questa giunge così ai genitori dei pazienti in modo dirompente ed accattivante. Qualsiasi possibilità viene lecitamente vissuta dai genitori come provvedimento potenzialmente efficace e quindi da provare al di fuori di ogni controllo medico-sanitario. Vi sono genitori che dedicano le proprie risorse economiche, lavorative e familiari non solo alla gestione del figlio ma anche alla ricerca continua e spasmodica di risoluzioni valide per una malattia di cui non si danno pace. L’hanno vista infatti insorgere in modo improvviso e distruttivo, accompagnata da sintomi o circostanze cliniche spesso mai credute dai curanti. Provo spesso un senso di imbarazzo perché so benissimo che per equivalenti sintomi o segni clinici, senza la presenza di una diagnosi di autismo, il paziente sarebbe già stato indagato e curato o comunque i genitori ascoltati o creduti.
In sintesi ritengo importante suggerire alcuni punti che dovrebbero essere presi in considerazione:
1) La necessità di promuovere studi clinici su larga scala con finanziamenti nazionali volti a confermare l’efficacia della dieta senza glutine e caseina. Dimostrare il ruolo terapeutico degli integratori alimentari già proposti od in uso in molti centri di ricerca americana ma senza dati solidi pubblicati. La dimostrazione di una loro efficacia potrà infatti permetterne o no la loro prescrivibilità attraverso il SSN fornendo finalmente risposte valide e concrete alle richieste delle famiglie coinvolte. Si potrà in caso positivo parificare il trattamento su tutto il territorio nazionale e non, come ora accade, permettendone l’utilizzo a seconda delle specifiche realtà di residenza o peggio ancora per le disponibilità di mezzi economici personali. Molti integratori alimentari sono spesso utilizzati in modo incostante o a dosaggi e posologie assolutamente soggettive e spesso senza controllo. Non bisogna dimenticare che sono comunque principi farmacologici, potenzialmente attivi e non ancora sottoposti a controlli legislativi severi perché rientrano nella categoria degli integratori dietetici. La collaborazione con centri di ricerca seri quali l’Autism Research Institute di San Diego negli USA permetterebbe, tralasciando inutili e sterili pregiudizi, di individuare progetti di ricerca più mirati alla luce della loro lunga esperienza sull’impiego di queste sostanze. La collaborazione con le Facoltà di Farmacia italiane consentirebbe oltretutto la possibilità di produzioni galeniche controllate e certificate per approfondire in modo sistematico la loro reale biodisponibilità ed attività una volta assorbite.
2) La necessità di consolidare le conoscenze sugli aspetti fisiopatologici emergenti correlati all’asse infiammatorio/immunologico tra intestino e cervello. Non deve più succedere che in Italia un bambino con nuova diagnosi di autismo non venga studiato per la possibile compresenza di malattia intestinale lasciando che questa possa progredire continuando a peggiorare i sintomi neuropsichiatrici. Esiste infatti già un documento pubblicato dall’associazione americana Autism Speaks che riporta i risultati di una riunione alla quale ho potuto partecipare avvenuta a Boston tra gastroenterologi e pediatre lo scorso 13 Ottobre, per sensibilizzare il riconoscimento precoce dei sintomi gastrointestinali da parte dei neuropsichiatri e dei medici di base. Questo documento è già disponibile in rete e penso debba far parte dei documenti da diffondere anche in Italia.
In conclusione penso sia necessaria una Sua conduzione dei lavori in modo da poter rispondere in modo scientifico alle nuove esigenze delle famiglie coinvolte da questa patologia e fin’ora non considerate dalla comunità scientifica alla quale però appartengono per diritto di diagnosi e cura. Qualsiasi terapia che porti un miglioramento anche minimo è molto importante per questi soggetti che potranno così trarre più vantaggio dalle terapie riabilitative disponibili. Si tratta di una patologia multifattoriale e complessa in considerevole aumento la cui prevalenza è già di impatto sociale drammatico.

RingraziandoLa ancora per la sentita disponibilità a coordinare un Tavolo di Lavoro di così articolata complessità, Le sarei inoltre grato, qualora lo ritenga utile, diffondere questa mia a tutti i partecipanti per promuovere una discussione costruttiva già prima del prossimo incontro sulla base della letteratura scientifica disponibile a questo riguardo.

Distinti saluti

Dott. Federico Balzola

Dirigente Medico I° Livello Dirigenziale
S.C.Gastro-Epatologiaca D.U.
Ospedale Molinette Torino
e-mail: federico.balzola@usa.net


   
 
 
 
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