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 Una traduzione della dichiarazione di Generation Rescue in supporto del Dr. Andrew Wakefield

Andrew Wakefield, la censura scientifica


e le 14 scimmie



La ritrattazione della rivista The Lancet è stata la risposta alla decisione del General Medical Council inglese, un tribunale fittizio in cui esponenti della sanità pubblica collusi con aziende farmaceutiche fanno da giudici e giuria. Il Dr. Wakefield ha negato con forza tutte le accuse mossegli dal GMC e si propone di ricorrere in appello, ma noi crediamo sinceramente che il Dr. Wakefield e i genitori di bambini con autismo di tutto il mondo siano stati vittima di una possente campagna mediatica ideata e diretta dalle ditte produttrici dei vaccini che ha portato a queste conseguenze. Vorremmo pertanto diffondere qualche informazione maggiormente corretta.
 

Nonostante quanto riportato erroneamente, lo studio originario del Dr. Wakefield, riguardante 12 bambini con gravi problemi intestinali e autismo,  non ha mai sostenuto che i vaccini causino  l’autismo e la ritrattazione di The Lancet non fa certo chiarezza su questo complesso problema.
 

Il Dr. Wakefield è uno dei più conosciuti e rispettati gastroenterologi a livello mondiale e numerose sono le sue pubblicazioni. Dopo il 1998 ha pubblicato infatti dozzine di studi in riviste scientifiche di tutto il mondo, documentando con il suo lavoro la malattia intestinale di cui soffre un nutrito sottogruppo di bambini con autismo e aiutando centinaia di loro  a superare, attraverso le opportune indagini e cure,  le loro sofferenze, spesso anche atroci.

 

Negli scorsi dieci anni, il nostro movimento di genitori ha richiesto invano un semplice studio scientifico che avrebbe potuto facilmente mettere fine al dibattito sul possibile ruolo dei vaccini nell’epidemia di autismo una volta per tutte, comparando bambini che sono stati vaccinati a quelli che non lo sono mai stati e stabilendo se il livello di diffusione dell’autismo tra i diversi due gruppi sia diverso o lo stesso.
 

Quello che solo in pochi però sanno è che questo lavoro così importante è stato intrapreso e che è già stato completato uno studio utilizzante un modello animale che ha esplorato appunto questo argomento in maniera molto approfondita.
 

Il Dr. Wakefield è infatti il co-autore, insieme ad altri otto eminent scienziati di grandi istituzioni, tra cui l’Università di Pittsburgh, l’Università del Kentucky e l’Università di Washington, di un gruppo di studi che indagano sull’argomento delle conseguenze neurologiche nei vaccinati rispetto ai non vaccinati usando le scimmie.
 

La prima fase di questo studio sulle scimmie è stata pubblicata tre mesi fa dalla prestigiosa rivista medica Neurotoxicology, e si focalizza sulle prime due settimane di vita in cui le scimmiette del gruppo dei vaccinati ricevono il loro vaccino per l’Epatite B, ricalcando il programma delle vaccinazioni sui bambini americani. I risultati, che potete leggere con i vostri occhi QUI , sono stati sconvolgenti: le scimmiette vaccinate, diversamente dalle loro coetanee non vaccinate, hanno subito la perdita di molti riflessi che sono fondamentali per la sopravvivenza.
 

Il Dr. Wakefield e i suoi colleghi sono sul punto di pubblicare ora l’intero studio, che è continuato per un periodo di diversi anni, somministrando alle scimmiette gli stessi vaccini del programma vaccinale americano: la differenza nelle conseguenze subite dalle scimmiette vaccinate rispetto a quelle non vaccinate è stata  terribilmente impressionante.
 

Non c’è alcun dubbio che la pubblicazione dello studio sulle scimmie darà notevole credibilità alla teoria che un numero di vaccini elevato  in bambini piccolissimi porta ad un danno neurologico, tra cui l’autismo e, di conseguenza, la sua ricaduta per i produttori dei vaccini e per le autorità sanitarie responsabili potrebbe essere veramente grave: avendo negato tanto a lungo una possibile connessione tra vaccino e autismo, mentre lucravano smisuratamente dal recente boom della vendita dei vaccini  in tutto il mondo, non sorprende affatto che stiano cercando di screditarequesto importante lavoro.
 

La  pressione fatta in segreto per impedire che lo studio del Dr. Wakefield e dei suoi colleghi venisse pubblicato è stata enorme e aumenta ogni giorno. Le riviste mediche si mettono a grave rischio di subire pesanti ritorsioni pubblicando qualunque studio riguardante la sicurezza del programma vaccinale, non importa quanto ben fatto e approfondito sia e Neurotoxicology, un giornale medico altamente rispettato, merita un grande plauso per aver coraggiosamente pubblicato la prima fase di questo studio sulle scimmie vaccinate.
 

La stampa è stata profondamente fuorviata sulla ritrattazione di The Lancet e quanto successo al Dr. Wakefield fortemente strumentalizzato da una campagna ben orchestrata, condotta dalle ditte farmaceutiche e dai loro prezzolati portavoce, volta a diffamare il Dr. Wakefield per impedire che questo importante suo nuovo lavoro vedesse la luce.  
 

Quale rivista medica vorrebbe pubblicarlo ora? E perché proprio ora, dopo 12 anni di inattività, The Lancet e il  GMC hanno improvvisamente agito? E’ una coincidenza che sia avvenuto  proprio ora che lo studio sulle scimmie è stato sottoposto all’attenzione delle riviste mediche per la revisione e la pubblicazione?
 

Chiediamo che i media guardino con attenzione alla prima fase dello studio sulle scimmie di cui abbiamo parlato e comincino a porsi una semplice domanda: quali sono state le conseguenze per le 14 scimmiette che sono state vaccinate usando lo stesso programma vaccinale dei bambini americani e quali quelle del gruppo di controllo non vaccinato?

Il numero dei vaccini somministrato ai bambini negli Stati Uniti è passato dai 10 degli anni ’80  ai 36 odierni, combaciando perfettamente con il drammatico aumento dell’autismo di questi anni: il lavoro del Dr. Wakefield e dei suoi colleghi merita di essere condiviso con tutto il mondo per un ulteriore progresso scientifico e non certo di essere censurato.


FONTE: Generation Rescue



 
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