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Vaccinati contro le bugie


L'Avv. Roberto Mastalia risponde ad Altroconsumo



Pubblichiamo il commento dell'Avv. Roberto Mastalia all'articolo Vaccinati contro le bugie,  comparso sulla rivista Test Salute, supplemento di Altroconsumo che potete leggere integralmente QUI.
L’avvocato Roberto Mastalia ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Perugia. Fin dall’inizio della professione la sua attività si è indirizzata verso cause relative alla malasanità ed alla tutela delle disabilità; argomenti per i quali ha dimostrato da sempre grande interesse. Da anni la sua attività si è incentrata nello studio delle problematiche connesse con i danni da vaccino in generale (sia indennizzo ex lege 210/92, conseguenti e collegate sia risarcimento del danno) con particolare attenzione, anche per motivi personali, per l’autismo. La sua preparazione ed il suo impegno ne fanno uno dei maggiori esperti della materia a livello nazionale, molto apprezzato dai migliori specialisti medici con i quali collabora. Attualmente segue decine di cause di indennizzo e di risarcimento danni da vaccino davanti ai tribunali di tutta Italia, collabora con numerose pubblicazioni e siti internet e partecipa a convegni su tutto il territorio nazionale.

Da anni sono un abbonato oltre che un puntuale lettore di “Altroconsumo” rivista della quale ritengo di aver avuto il “merito” di aver contribuito alla sua diffusione. Nel corso degli anni, infatti, ho avuto modo di apprezzare, anche nelle trasmissioni televisive, la professionalità e la neutralità con le quali venivano effettuati i tests comparativi dei più svariati prodotti ed affrontati i vari argomenti.
Proprio per i motivi di cui sopra la lettura dell’articolo “Vaccinati contro le bugie” apparso nella rivista “Salute” n. 92 del giugno 2011 mi ha lasciato letteralmente esterrefatto per la superficialità con la quale è stato affrontato un argomento di tale rilevanza trattandosi di salute e, perlopiù, di salute dei bambini utilizzando, ex adverso, quegli stessi luoghi comuni che l’autore dice di voler contrastare.
Premetto che, prima ancora di essere un avvocato impegnato da anni nel patrocinare in tutta Italia cause relative a malasanità in generale e più in particolare a cause di indennizzo da vaccinazione ex legge 210/92 e di risarcimento danni da vaccino, sono padre di un bimbo di otto anni che all’età di un anno e mezzo circa, nel 2004, dopo essere stato sottoposto a vaccinazione anti MMR (Morbillo, Parotite, Rosolia) “Morupar” ha avuto dapprima una reazione avversa diagnosticata come “enterite acuta” associata a febbre alta e quindi, una quindicina di giorni dopo, un’improvvisa regressione che lo ha portato, dopo un lungo travaglio personale e familiare, alla diagnosi attuale di: “encefalopatia post vaccinale con quadro clinico della sindrome autistica”.
L’articolo in questione infatti, nel tentativo di “demonizzare” i siti definiti di “controinformazione” ed i social network riporta che “…nelle 40.000 pagine di Facebook in cui si parla di vaccini, quelle dove se ne traccia un profilo negativo sono il 95%” definendo tali posizioni come assurde; in ciò finendo porre in essere proprio quel “terrorismo psicologico” del quale accusa gli altri. Tralasciando la (peraltro non trascurabile) circostanza che tale indagine è stata commissionata da Sanofi Pasteur MSD, ovvero da una società che gravita intorno alla quarta posizione mondiale in termini di fatturato nella vendita di medicinali, di fronte a tali numeri anche senza aver approfondito la materia ma semplicemente utilizzando quel “minimo di buon senso” al quale fa riferimento l’autore dell’articolo, viene alla mente il motto latino “vox populi vox dei”.Naturalmente, sia per correttezza di informazione che per evitare da una parte quella genericità che rimprovero all’autore e dall’altra di evitare di esser tacciato di utilizzare quelle “argomentazioni fasulle” alle quali fa riferimento quest’ultimo, seppur nella necessaria sinteticità, cercherò di esporre le motivazioni medico-giuridiche poste alla base del convincimento che non è solo mio ma che, evidentemente, condivido con quel 95% di persone di cui sopra.
Innanzitutto l’articolo contiene in sé una serie di contraddizioni la più grande delle quali è che: “i rischi legati a molte malattie sono decisamente superiori ai rischi legati alla vaccinazione”. In realtà già la lettura del riquadro posto a pagina 17 “Perché è necessario vaccinare la popolazione”, seppur nella sua incompletezza e con le sue tante omissioni, ci indica chiaramente perché attualmente nei Paesi come il nostro “NON sia assolutamente necessario vaccinare la popolazione”. Il mutamento delle condizioni igienico-sanitarie, alimentari, di vita ed i progressi della medicina curativa hanno portato da tempo al raggiungimento di quello che viene definito il punto di “cross-over” ovvero il punto in cui, in un grafico rischi-benefici delle vaccinazioni, i primi sono di gran lunga superiori ai secondi. A riprova di ciò basta prendere in considerazione il fatto che le vaccinazioni, fatta eccezione per i periodi post-bellici che hanno visto una recrudescenza di tutte le patologie, sono intervenute nel momento in cui le malattie erano già pressoché eradicate. Se, come scrive l’autore dell’articolo, l’eradicazione del vaiolo è “forse il successo maggiore di tutta la storia della medicina”1 analogamente l’eradicazione della peste e della “spagnola” possono essere considerate i maggiori successi conseguiti…dall’igiene!

Nel parlare di poliomielite l’autore ricorda, giustamente, che è dal 1982-83 che non si sono più avuti casi di poliomielite autoctona omettendo peraltro di ricordare che:
a) l’intera Europa è polio-free dal 2002 come dichiarato dall’OMS;
b) l’ultimo caso di poliomielite non autoctona in Italia risale al 19882 per cui agitare lo spauracchio di “sacche” virali in Afghanistan, Pakistan e Nigeria per giustificare il fatto che si continui un’inutile vaccinazione di massa appare francamente risibile in quanto con questo criterio ci si dovrebbe comunque vaccinare anche contro malaria, tifo, febbre gialla e gli altri ceppi virali ancora presenti sulla Terra;
c) eventuali casi di poliomielite verificatisi in Italia successivamente al 1983 sono quindi stati indotti dalla vaccinazione antipolio.

Tra le possibili complicazioni post vaccinali, prevalentemente riguardanti il sistema nervoso e quello immunitario ma anche a carico dell’apparato gastrointestinale, a seconda dei vari vaccini, vale la pena ricordare:
  • encefalopatie
  • encefalomieliti
  • encefaliti
  • nevriti (soprattutto a carico dei nervi cranici)
  • polineuropatie
  • sindrome di Guillaume Barrè
  • nefriti
  • trombosi
  • trombocitopenie
  • danni all’accomodazione oculare
  • enecefalomeningomieliti
  • paralisi spastiche o flaccide
  • polinevriti
  • morti cosiddette “bianche”
  • poliomieliti paralitiche
  • polineuropatie demielinizzanti ed asimmetriche
  • poliradicoloneuriti con paresi vescicali o rettali
  • mieliti traverse
  • amiotrofie nevralgiche
  • sorditĂ 
  • dermatomiositi
  • artriti
  • neuriti ottiche
  • problemi di udito
  • tinnito fino a perdita totale della funzione
  • convulsioni
  • epatiti infettive gravi
  • disfunzioni epatiche con comparsa di anticorpi anti-DNA
  • diabete mellito di tipo I
  • porpora trombocitopenica
  • pancitopenia
  • aesinofilia
  • glomerulonefrite acuta
  • sindrome nefrosica
  • pericardite acuta
  • sindrome di Sjogren
  • lupus eritematoso sistemico etc.3

A chi volesse dubitare della potenziale dannositĂ  delle vaccinazioni vale la pena ricordare, oltre ad una serie di studi che si stanno affacciando negli ultimi anni, che:
  • Tali effetti collaterali sono da tempo conosciuti e riportati, oltre che nei foglietti illustrativi dei vaccini, anche nei principali libri di testo medici in uso nelle universitĂ ;

     
  • Nel testo medico attualmente in uso dai medici militari si parla diffusamente di: rischi di “riacquisizione di virulenza da parte dei microrganismi attenuati”, di “abbondanza di antigeni implicati nei processi autoimmunitari” , di “reazioni allergiche correlate ai costituenti del vaccino”, di “associazione fra somministrazione eccessiva di endotossina e comparsa di gravi quadri neurologici permanenti…che non possono lasciare dubbi”, di preoccupanti “reazioni allergiche post-vacciniche” , di una “iper-reattivitĂ  alle caratterizzazioni antigeniche del vaccino (rischio preoccupante in rapporto alla continua crescita di bambini allergici nei Paesi così detti industrializzati) e sia nel senso di una iporeattivitĂ  dovuta a concomitanti condizioni di immuno-depressione del soggetto per cause diverse”4.

     
  • Le Commissioni Mediche Ospedaliere, nel valutare la riconducibilitĂ  alla vaccinazione delle problematiche accusate da bambini, lungi dall’affermare la non dannositĂ  degli stessi, hanno piĂą volte dichiarato che: “…non risultano documentati, successivamente alle vaccinazioni effettuate, episodi probativi per una qualsivoglia ripercussione organica focale e/o generalizzata, a carico del sistema nervoso centrale o periferico, che costituiscono le comuni riconosciute complicanze post-vaccinali”5 .

D’altra parte, anche volendo tralasciare per un momento tutte le possibili altre complicazioni per soffermarci sulla problematica autistica, vale la pena ricordare come negli ultimi venti anni si sia passati negli USA da un rapporto 1/10.000 circa ad un rapporto 1/100 circa. Nel nostro paese, pur in mancanza di dati certi come negli USA, il rapporto sarebbe intorno ad 1/130 (quindi di poco inferiore all’1%)mentre in Corea, secondo quanto riportato nel maggio 2011 dalle agenzie di stampa, il rapporto sarebbe 1/38 e quindi pari al 2,64%! Sarà un caso ma l’incremento di tali dati segue di pari passo, sia dal punto di vista temporale che geografico, quello delle vaccinazioni cd “di massa” ed indiscriminate cioè effettuate a tutti nella stessa maniera e quantità senza previa valutazione della caratteristiche del singolo bambino e della possibilità per taluni di sviluppare malattie autoimmuni per esempio attraverso la tipizzazione HLA.

Non spetta certo a me prendere le difese del Dott. Wakefield ma vale la pena sottolineare come le accuse mosse nei suoi confronti in Gran Bretagna, che hanno portato ad una prima condanna in primo grado attualmente oggetto di appello, hanno riguardato più l’aspetto etico-deontologico della sua attività piuttosto che la validità dello studio tendente a comprovare una correlazione tra vaccinazioni, problemi gastrointestinali ed autismo; validità che, alla luce dei successivi studi provenienti soprattutto dagli Stati Uniti (ma non solo), è stata successivamente riconfermata; oggi la cd “enterocolite autistica” ed i danni causati dal malassorbimento di certe sostanze sono dati acclarati ed anche gli studi sulla correlazione tra vaccinazione, problemi neurologico-immunitari6 ed autismo sono in fase avanzata7.

La circostanza poi che la vaccinazione non farebbe altro che riprodurre un “evento naturale” contrasta inequivocabilmente con la ragione ancor prima che con la medicina. Per aversi un evento realmente naturale occorre la trasmissione naturale del virus; negli altri casi, l’azione dell’uomo rende il vaccino potenzialmente dannoso, tra gli altri, nei seguenti casi:

a) non sia stato sufficientemente testato (vedi AH1N1-Focetria);
b) contenga virus vivi (antipolio Sabin etc.);
c) contenga metalli pesanti (mercurio-thimerosal, idrossido o fosfato di alluminio etc.);
d) contenga altre sostanze potenzialmente dannose se introdotte nell’organismo senza “filtri” (squalene, antibiotici ma anche sostanze allergizzanti quali derivati delle uova etc.);
e) sia stato mal conservato;
f) venga inoculato a soggetto le difese immunitarie del quale, per caratteristiche congenite ovvero per altre cause, non siano pronte a rispondere adeguatamente alla sollecitazione;
g) a ciò aggiungasi che, in assenza di studi che escludano la dannosità dei vaccini anche presi singolarmente, è lecito ritenere che la somministrazione di vaccini plurimi (trivalente, esavalente etc) ovvero quella contestuale di più vaccini possano produrre all’interno dell’organismo un aumento esponenziale dei rischi di danni correlati in conseguenza della difficoltà dell’organismo a far fronte ad una “aggressione multipla” da parte di organismi ad esso estranei.

Nel corso degli anni, vari sono stati i vaccini ritirati dal commercio in seguito a provvedimenti delle autorità; tra questi i casi più rilevanti hanno riguardato il vaccino antipolio Sabin e, guarda caso, una serie di vaccini trivalenti: MMR Priorix, MMR Pluresix, MMR Pariorix ed MMR Morupar; in quest’ultimo caso a cui ho già fatto riferimento in precedenza in quanto mi ha colpito personalmente, il vaccino trivalente MPR Morupar è stato ritirato dal commercio in Italia in seguito a provvedimento dell’Agenzia Italiana del farmaco solo nell’aprile 2006 nonostante fosse già stato posto sotto osservazione sin dal 1992 (all’atto del ritiro di Pariorix e Pluresix dei quali condivideva lo stesso ceppo virale Urabe AM9) e ne fosse stata interrotta la somministrazione anche in Brasile dall’agosto del 2004 a causa di numerosi quanto gravi casi di reazioni avverse8.

Se doveste avere ancora qualche dubbio su quanto sopra vi invito a leggere le testimonianze sulle vaccinazioni di 900 bambini raccolte negli Stati Uniti9, nazione nella quale, vale la pena ricordarlo, è stata costituita nel 1986 un’apposita commissione federale per la valutazione ed il risarcimento del danno da vaccinazione che dal 1988 ad oggi ha provveduto al pagamento di circa due milioni di dollari10.

Anche dal punto di vista giuridico negli ultimi anni si sono fatti importanti passi avanti se si considera che sono oramai molti i tribunali nazionali (Milano, Varese, Genova etc.) che hanno riconosciuto l’indennizzo per danno da vaccinazione aprendo, si auspica, la strada anche al risarcimento del danno.

Da quanto sopra emerge come le argomentazioni addotte nell’articolo avrebbero avuto (forse) una loro valenza venti anni or sono, in mancanza di ulteriori riscontri medico-scientifici, ma oggi, alla luce delle pubblicazioni susseguitesi negli ultimi anni, appaiono francamente obsolete, superficiali e lacunose; ciò, senza voler fare della dietrologia spicciola (attività peraltro nella quale gli italiani eccellono) e pensare che a monte dell’articolo vi siano interessi “superiori”.

In conclusione, non posso esimermi dal riconoscere che almeno in una cosa l’autore dell’articolo ha avuto ragione: nel non aver avuto il coraggio di firmarsi.
 
Avv. Roberto Mastalia


1. Va ricordato che nel 1892, anno in cui è iniziato l’obbligo vaccinale i casi si erano già ridotti a circa 1.800 rispetto per esempio ai 18.000 di un paio di anni prima
2. Fonte N.I.V., Network Italiano delle vaccinazioni
3. R. Gava, Le vaccinazioni pediatriche, Salus Infirmorum.
4. M. Di Martino, Manuale di Medicina Legale Militare, vol. IV
5. Ex multis, C.M.O. Roma: caso P.M. 28.05.2010; caso T.M. 01.07.2010; caso A.A. 06.04.2011 etc.
6. M. Montinari, autismo, nuove terapie per migliorare e guarire, Macro Edizioni; H. Ratajczak, Journal of Immunotoxicology, 2011; 8(1): 68–79; Acta Neurobiologiae Experimentalis, ricerca dell’Università di Pittsburgh e del Thoughtful House Center for Children di Austin, in Texas
7. M. Montinari, cit; Ricerche sono state condotte da: De Magistris L, Familiari V, et alii, Gastroenterology, Seconda UniversitĂ  di Napoli; University of New Jersey, Medical School, 2005; A: Krigsman, Thoughtful House Center for Children New York University School of Medicine; F. Balzola, Ospedale Le Molinette, Torino; S. Walker, Wake Forest University School of Medicine del North Carolina, etc.
8. New York Times, agosto 2004
9. Followingvaccinations.com; D. Olmsted, Age of Autism; www.emergenzautismo.org
10. Historic National Childhood Vaccine Injury Act of 1986



 

 
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