Mike Wagnitz: evitare il mercurio per evitare i sintomi dell'Alzheimer
Mike Wagnits, chimico e tossicologo dell'Università Wisconsin-Madison ha dichiarato ieri in un suo articolo, che è necessario evitate il mercurio - sotto ogni forma e a tutti i costi - per ridurre la possibilità di esacerbare i sintomi dell'Alzheimer. Questo perchè tutte le caratteristiche principali dell'Alzheimer sono presenti negli studi che hanno esaminato i danni ai tessuti e alle cellule causati dal mercurio: il deterioramento delle neurotubuline, la creazione di grovigli neurofibrillari e la formazione di placche della proteina amiloide-B. Inoltre, un determinante marcatore genetico, l'apolipoproteina E-4, è presente ad un tasso 15 volte superiore nei pazienti di Alzheimer rispetto alla norma. Questo allele, in contrapposizione alla più comune apolipoproteina E-2, non ha a disposizione gruppi sulfidrilici, che riduce notevolmente la capacità di una persona di legare e espellere mercurio.
Recenti studi hanno esaminato il ruolo del mercurio nella inibizione del ciclo di biosintesi dell'eme. La riduzione dell'eme limita la capacità di gestire in modo efficiente l'accumulo di proteine amiloidi-B come si vede nel cervello dei pazienti Alzheimer. Nelle cellule vive prodotte in un laboratorio, il mercurio, e solo il mercurio, produce lgli stessi grovigli neurofibrillari che si vedono nei pazienti di Alzheimer.
Le fonti più dannose di mercurio oggi sono le amalgame dentali e i vaccini (tra cui quello contro l'influenza). Purtroppo, mentre da una parte insegniamo ai nostri figli come il mercurio possa avere conseguenze gravi per la salute, quando qualcuno nel mondo reale viene da esso danneggiato, non lo si ammette e vengono dati al problema nomi come autismo, Alzheimer, Sclerosi Multipla (e l'elenco potrebbe continuare).
Stanford: l’autismo non è così “genetico"
http://spaziomente.wordpress.com/2011/07/06/stanford-lautismo-non-e-cosi-genetico/
Una rapidissima notizia, tanto per non perdere la buona abitudine di rimettere in discussione assunzioni ormai date per scontate. Perchè l’autismo? Quali sono le cause della sua manifestazione? Tutti sapevamo che questo distrubo, in quanto oscuro, fosse attribuibile a cause genetiche. Proprio perchè oscuro, effettivamente, la medicina attuale non ha saputo dare risposte certe, ipotizzando che i fattori ereditari contribuissero in maniera significativa al rischio che il bambino ne sviluppasse la sindrome. Sembra che non sia proprio così: un team di ricercatori dell’Università di Stanford, due giorni fa, ha pubblicato on-line uno studio che attesta come l’autismo sia un problema causato da fattori ambientali ai quali si è sottoposti durante la vita intrauterina (Lisa A. Croen; Judith K. Grether; Cathleen K. Yoshida; Roxana Odouli; Victoria Hendrick. Antidepressant Use During Pregnancy and Childhood Autism Spectrum Disorders. Archives of General Psychiatry, 2011; DOI: 10.1001/archgenpsychiatry.2011.73).
Lo studio ha coinvolto 296 bambini affetti dalla sindrome e 1507 bambini del gruppo di controllo selezionato casualmente dal gruppo del Kaiser Permanente Northern California.
Il fattore individuato come causa principale del problema? la serotonina sintetica (il neurotrasmettitore – in questo caso prodotto da farmaci – coinvolto nella regolazione dell’umore) nell’organismo della madre, la cui presenza può essere principalmente attribuibile all’assunzione di farmaci antidepressivi. Ma non solo: la dottoressa Croen – coordinatrice della ricerca – suggerisce che la serotonina sintetica può essere la causa del problema quando concomitante ai cambiamenti fisiologici correlati allo stress e alla depressione della madre sviluppati prima e durante la gestazione.
In altre parole forse occorrerebbe mettersi in testa che la ‘psicosomatica’ non esiste: ogni disturbo possiede in sè fattori psichici e fattori somatici da prendere in considerazione. Questa naturalmente è una conclusione personale (corroborata comunque da fatti e studi concreti): finchè la ricerca medica si concentrerà su uno o sull’altro fattore, senza prenderli in considerazione entrambi, non metterà luce sui fenomeni ‘oscuri’ che risiedono – a nosto avviso – tanto nell’autismo quanto nelle più comuni malattie dei nostri tempi.
Notizia shock dal CDC: 1 su 10 soffre di ADHD
Un nuovo studio del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l'ente sanitario americano preposto al controllo e alla prevenzione delle malattie, afferma che il Disordine da Deficit di Attenzione e Iperattività o ADHD è in grave crescita negli USA: ne soffre oggi 1 bambino su 10, una percentuale allarmante!
L' ADHD è caratterizzata da mancanza di concentrazione, impulsività e iperattività ed è più frequente nei maschi che nelle femmine.
Questo studio ritiene che la causa della patologia sia genetica, nonostante la mancanza reale di prove e l'aumento così vertiginoso dei casi che dovrebbe smentirlo: la diffusione delle malattie genetiche infatti, come risaputo, rimane costante nel tempo.
Un'importante considerazione viene comunque espressa dai ricercatori: si dovrebbero modificare i programmi di studi per questi bambini e ragazzi al fine di rendere il loro percorso scolastico coerente con le loro capacità e difficoltà , cosa che purtroppo non viene fatta se non in rarissimi casi.
A questo noi preoccupati aggiungiamo che, prima di tutto, si dovrebbe ricercare con ogni risorsa possibile il perchè stia accadendo questo ai nostri bambini, sotto i nostri occhi, nel silenzio e nell'immobilismo di tutti, dai ricercatori ai politici, dai medici ai media.
Quanti bambini devono ammalarsi per renderci conto di quello che sta succedendo e porci rimedio. Modificare i programmi scolastici, seguire e curare questi bambini, è indispensabile, ma non basta!
Google News: il parere opposto di due medici
giovedì 21 luglio 2011
Ieri Google riportava due articoli nelle news sull'autismo. Il primo, di cui traduciamo uno stralcio sotto, era del neurochirurgo Blaylock che sollevava seri dubbi sugli effetti collaterali dei vaccini. ipotizzando potessero causare anche l'autismo, mentre l'alto, poco sotto, rimandava alla storia che potete leggere QUI in cui un altro medico spiega, con identica convinzione, come i vaccini siano la più grande conquista del 200 secolo e non causino autismo!
Immaginate quindi come debba sentirsi un genitore che cerca informazioni su vaccini e autismo su Google News quando legge di due dottori che hanno opinioni totalmente differenti!
Un famoso medico afferma che i vaccini possono aumentare il rischio di autismo
Lunedì 18 Luglio 2011 12:41
L'autismo, una malattia neurologica che colpisce le abilità sociali e comunicative dei bambini, sta diventando sempre più diffuso. Negli Stati Uniti oggi, un bambino ogni 150 è affetto da autismo o da un altro simile disturbo dello sviluppo cerebrale.
Il Dr Russell Blaylock ha attribuito questo aumento dei disturbi dello sviluppo cerebrale all'aggiunta di conservanti dannosi nei vaccini oggi più diffusi e ritiene che, siccome la maggior parte dei bambini riceve 12 o più vaccinazioni entro il primo anno di vita, i conservanti nei vaccini abbiano un ruolo nell'influenzare lo sviluppo cerebrale dei neonati.
Uno degli additivi comunemente usati nei vaccini oggi, per esempio, contiene mercurio. E' riconosciuto ormai da anni che il mercurio è dannoso per la salute e, più specificamente, è stato collegato all'autismo e all'Alzheimer. Oltretutto alcuni dei vaccini contenenti tali additivi pericolosi sono solo minimamente efficaci.
Pertanto, secondo il Dr Blaylock, l'accresciuto uso di vaccinazioni espone i bambini a rischio di sperimentare effetti sullo sviluppo del cervello a causa di questi additivi vari senza nemmeno ottenere benefici sulla salute.
Molti di questi vaccini potrebbero essere eliminati con alcuni adattamenti nutrizionali, per cui esperti come il Dr Blaylock chiedono ai genitori di informarsi bene sui vaccini raccomandati per i loro bambini per assicurarsi che il vaccino sia nei fatti necessario.
E' troppo chiedere che ci sia consenso tra i medici e che i genitori possano finalmente sapere con certezza se i 36 vaccini che si chiede loro di fare ai propri figli entro i 5 anni di vita siano o meno sicuri e necessari?
Un questionario per diagnosi più precoci
giovedì 14 luglio 2011
Un questionario da riempire presso lo studio del proprio pediatra potrebbe aiutare a stabilire se vostro figlio ha l'autismo quando ha ancora tra i 9 e i 24 mesi.
I ricercatori del Florida State University's Autism Institute, che lo hanno formulato, ritengono che si si potrà così intervenire più precocemente con programmi educativi.
Purtroppo anche questi dottori ci rifilano la stessa tiritera di cui francamente i genitori non possono più accontentarsi: non si conosce cosa causi l'autismo, né esiste una cura. Sembra che la sola cosa che sappiano e possano offrire è una diagnosi!
I medici non possono inoltre spiegare perchè bambini nati sani e che si stavano sviluppando normalmente abbiano improvvisamente perso le loro abilità acquisite e siano regrediti nell'autismo subito dopo le vaccinazioni di routine.
Siamo francamente sollevati che almeno stiano imparando a fare diagnosi migliori e più precoci, anche se, fino a che non saranno applicati protocolli medico-clinici che guardano all'autismo come una malattia multisistemica, esse risulteranno essere solo una inutile etichetta.
Occhiali per l'autismo
venerdì 8 luglio 2011
Pensate alle infinite possibilità di vendere prodotti per l'autismo, non solo per le ditte farmaceutiche con un sacco di farmaci per controllare il comportamento: il mercato è aperto a tutti!
L'ultima novità ci viene proposta da Simon Baron-Cohen: degli occhiali che rivelano cosa la gente pensa davvero.
Gli occhiali sono stati sviluppati da ricercatori dell'Università di Cambridge, con l'intento di aiutare le persone con autismo a leggere le varie espressioni facciali della gente con cui vengono in contatto ogni giorno e che, a causa della loro condizione, non saprebbero interpretare.
La produttrice, l'ingegnere Rosalind Picard, descrive che sugli occhiali è impiantata “una videocamera della grandezza di un chicco di riso collegata con un filo a un mini computer della grandezza di un mazzo di carte che riprende 24 punti fermi del viso di una persona ed elabora i dati con un software che interpreta movimenti e micro-movimenti e li compara con un database di espressioni. Sulle lenti c'è anche un auricolare e una luce, che dicono a chi indossa gli occhiali se la persona con cui stanno parlando ha una reazione negativa o meno. Se tutti sono felici la luce verde lampeggia, se le cose vanno male, una luce rossa compare sulla lente.
Siamo certi che che molte aziende si fregano le mani pensando a tutti i prodotti possibili che possono vendere alle vittime di autismo. Perché cercare di fermare l'epidemia quando si può trarne profitto?
Vaccini nello spazio
giovedì 7 luglio 2011
No, non è un Pesce d'Aprile. L'ultima missione spaziale statunitense shuttle porterà un vaccino sperimentale in orbita. Gli scienziati sperano di aumentare la virulenza di un Franken-vaccino per salmonella e streptococco pneumoniae. L'assenza di gravità permette di ottenere sintesi di nuovi principi molto più efficaci di quelli che si potrebbero ottenere a terra. Questo esperimento è stato progettato quindi per aumentare la capacità patogena di questa miscela microbica e convertire questo spezzatino di virus in un vaccino che prevenga questa stessa malattia attraverso l'ingegneria genetica.
Porteranno questa deliziosa pozione lassù in camere di crescita appositamente progettate. Siamo sicuri che sia tutto perfettamente sicuro, come i vaccini somministrati ai bambini qui sul pianeta terra, ma, per il bene degli astronauti, speriamo che la camera di crescita del vaccino sia a tenuta stagna e non perda, oppure l'ultima missione dello Space Shuttle potrebbe trasformarsi in una scena del film Alien!
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