BAMBINI ITALIANI USATI COME CAVIE
Nei primi anni '90 vostro figlio potrebbe essere stato oggetto di sperimentazione a vostra insaputa!
di Fromitaly
La rivista scientifica Pediatrics ha pubblicato, nel suo numero di febbraio, i risultati di un nuovo studio italiano, condotto dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, coordinati da Alberto Eugenio Tozzi, che confermerebbe la non pericolosità di un conservante a base di mercurio utilizzato nei vaccini, il thimerosal. Nei primi anni ’90, centinaia di bambini italiani sani sono stati inseriti in uno studio sperimentale e sono stati vaccinati con due tipi di vaccino antipertosse nuovi (uno di questi due vaccini è stato poi ritirato dal commercio nel 1996); i due vaccini utilizzati contenevano due differenti quantità di conservante thimerosal: questi vaccini sono stati utilizzati per tutti i richiami del vaccino a loro somministrati. Alcuni bambini ricevettero 62,5 mcg di thimerosal, mentre altri ne ricevettero 137,5 mcg. Dieci anni dopo, 1043 di questi bambini sono stati sottoposti ad una serie di test sulla funzionalità cerebrale ed i ricercatori hanno trovato solo piccole differenze in 2 delle 24 misurazioni condotte e, secondo i ricercatori, "sicuramente attribuibili al casoâ€; è stato riscontrato solo un caso di autismo nel gruppo che aveva assunto meno thimerosal.
Questi dati sono stati presentati da Pediatrics come comprovanti l'assenza di un legame tra il thimerosal e l'autismo. Tale legame è stato oggetto in questi ultimi anni di un animato dibattito scientifico. Alcuni ricercatori e migliaia di genitori in tutto il mondo sono infatti convinti che le vaccinazioni infantili, divenute aggressive per numero (in USA fino a 56 vaccini nei primi tre anni di vita), per contemporaneità (trivalenti, esavalenti, eptavalenti, ecc) e per precocità (in USA i bambini vengono vaccinati il primo giorno di vita!) siano uno dei fattori responsabili dell'epidemia mondiale di autismo e disturbi dello sviluppo e, pertanto, chiedono un incremento della ricerca in questo senso.
A questa richiesta di ricerca si oppone però con forza chi invece ritiene l'autismo un disturbo di origine esclusivamente genetica e quindi indipendente da qualunque influenza esterna. Questa visione antiquata (e forse interessata) di parte del mondo scientifico è stata smentita da recenti studi che invece dimostrano che la diffusione epidemica dell'autismo è collegata fortemente a elementi ambientali che agiscono come fattori scatenanti sui nostri bambini più deboli, quelli con una suscettibilità genetica di base.
Ed è proprio questa parte più retriva del mondo scientifico che ha, a mio avviso, strumentalizzato questo studio italiano forse aldila’ e indipendentemente dalle intenzioni stesse degli autori. Questi hanno pubblicamente precisato di non aver avuto l'intenzione di studiare specificamente i bambini con autismo e che il numero dei soggetti compresi nello studio non era sufficiente a trarre conclusioni epidemiologiche su questo argomento.
Tutto quello che prova questo studio, è che non c'è una differenza significativa nel danno arrecato ad ognuno dei bambini dei due gruppi, perchè il mercurio è tossico in tutti i casi e mai dovrebbe essere inoculato in bambini addirittura di pochi mesi e quindi con un sistema neurologico ancora non ben sviluppato. Quello che sappiamo, perché scritto nell'abstract dello studio, è che il primo criterio di inclusione è stato che i bambini fossero sani e non fossero prematuri o sottopeso alla nascita, escludendo così tutti quelli che sono a più alto rischio di danno da vaccino (tra i prematuri il rischio di autismo può arrivare ad 1 su 4) e invalidando così ulteriormente la prova che il thimerosal non causa autismo.
Molti ricercatori e genitori, leggendo questi risultati, si sono posti queste domande:
- come mai non ci sono stati bambini che hanno ricevuto “zero thimerosal†andando a costituire un reale gruppo di controllo che avrebbe dato un maggiore peso scientifico alla ricerca (Tozzi stesso ha affermato che fare confronti con bambini non esposti a thimerosal avrebbe potuto arricchire lo studio)?
- con quali criteri di rappresentatività del campione sono stati scelti quei 1403 bambini?
- chi ha autorizzato l’uso dei bambini come cavie in tutta Italia nel '92 e '93 e per quali ricerche?
- è stato chiesto alle famiglie il consenso informandole adeguatamente sulle possibili conseguenze?
Chiedendosi se è ammissibile in uno stato di diritto, chiamare "studio" qualcosa che assomiglia di più ad una roulette russa, non resta che aggiungere sconfortati questa "ricerca" alle molteplici altre che vediamo propagandate dai media in questi ultimi mesi e che recitano tutte lo stesso ritornello: "i vaccini non causano autismo", nel vano tentativo di rassicurare le famiglie poste davanti alla drammatica scelta di vaccinare o meno i loro figli (molto spesso allarmate da altri genitori che hanno visto i loro bambini regredire nell'autismo dopo le vaccinazioni).
Alla luce di quanto sopra alcune considerazioni vengono fuori in maniera angosciante:
- come mai una ricerca iniziata circa vent’anni fa e conclusasi nel ’96 viene alla ribalta solo adesso?
- quanti e quali altri studi sono stati condotti da “ricercatori†all’insaputa dell’opinione pubblica e forse degli stessi genitori interessati?
Penso che dovrebbe esser data una adeguata risposta a queste domande se non vogliamo ritenere che i risultati dell’ indagine siano stati resi noti solo in quanto innocui (cioè non hanno provocato danni alle piccole cavie). E se fosse stato vero il contrario chi avrebbe avuto il coraggio di informare le famiglie? Lo studio sarebbe stato presentato ugualmente?
Qui, come esempio, una delle tante storie non segnalate dallo studio? E' l'unica?
Le famiglie italiane chiedono più ricerca, ma che sia una ricerca libera, seria, indipendentemente e che, soprattutto, non comporti danni. E' ora di ascoltarle: i loro figli lo meritano.
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